Parte il cantiere, ma non ci sarà l’effetto waooo immediato in stile Punta Perotti, con cariche di dinamite o colpi di Caterpillar che in tanti si aspettano. L’intervento sarà chirurgico e rispettoso del luogo, in pieno Centro Storico e a poco più di un metro dalla facciata centenaria della Chiesa Matrice.
Ma andiamo per gradi. L’intervento di Via Regina Sforza, si inserisce nel più ampio progetto di riqualificazione del centro storico di Capurso, denominato “Il sistema delle piazze”, di cui costituisce il secondo stralcio e nasce da una attenta analisi del territorio, caratterizzato, sotto il profilo urbanistico, da un nucleo antico planimetricamente ben definito, formatosi a partire dal XII secolo. All’epoca, l’accesso al paese era consentito da due porte, la Porta della Piazza, in corrispondenza dell’attuale Piazza Umberto I, e la Porta del Lago, il cui nome derivava dalla presenza di una depressione nella quale si raccoglievano le acque meteoriche che scendevano dalla collina di “Pacifico” e formavano un pantano, in cui confluivano anche le acque luride del paese, determinando così una cloaca a cielo aperto, in corrispondenza del parcheggio ex-Agip.
Le due Porte erano collegate dalla attuale Via Regina Sforza, arteria principale dell’antico paese. Lo stato attuale di Via Regina Sforza e di Piazza Umberto I si è maggiormente delineato nel corso del 1800 attraverso le demolizioni della Porta della Piazza e della Porta del Lago, avvenute rispettivamente nel 1813 e nel 1869, quest’ultima per consentire l’ampliamento della strada. Che peccato!
Il complesso di interventi denominato “Il sistema delle piazze” nasce dall’impegno di una Amministrazione da sempre sensibile ai temi del recupero e della rigenerazione urbana del Centro Storico.
In tal senso l’Amministrazione ha avviato una procedura condivisa con la cittadinanza per la definizione delle scelte progettuali dando vita ad un progetto composto da tre stralci funzionali, il primo riferito a piazza Gramsci e vico D’alba, già finanziato dalla Regione Puglia con circa un milione e ottocento mila euro, e per il quale la Giunta Municipale ha già approvato il progetto definitivo, il secondo a via Regina Sforza e via Carone con la piazza/sagrato antistante la Chiesa Madre del SS. Salvatore e il terzo e ultimo a via Pappacoda e via Sant’Antonio.
Il progetto di sistemazione a piazza dello spazio pubblico dinanzi al prospetto principale della Chiesa Matrice del SS Salvatore prevede la demolizione dell’immobile fatiscente confinante, che ha una superficie di circa 120 mq e si sviluppa su due livelli fuori terra più soffitta, primo piano interrato e secondo piano interrato adibito a cisterne di raccolta delle acque piovane. Il fabbricato risulta essere parte terminale di un caseggiato a forma trapezoidale che occulta nel suo insieme buona parte del prospetto principale della chiesa nel suo lato sinistro trovandosi ad una distanza di appena due metri circa dal fronte.
L’intervento si pone il preciso intento di dare maggiore continuità ad un punto nodale del tessuto urbano conferendo allo spazio, la connotazione di “piazza”, intesa come luogo di ritrovo e socializzazione. La piazza sarà per gran parte costituita da una scalinata di raccordo tra le differenti quote. A supporto di tale collegamento è prevista anche una rampa per diversamente abili che parallelamente al fronte della chiesa raggiunge la via Carone.
L’intervento così concepito, darà maggior respiro al fronte principale della chiesa e doterà la stessa di uno spazio pubblico di rilevante pregio, così come avveniva già in passato quando la chiesa aveva dimensioni leggermente ridotte in lunghezza e non si ritrovava a ridosso del fabbricato, come nella configurazione attuale.
Lo spazio pubblico definito a seguito della demolizione avrà quindi una doppia funzione, di sagrato, con la sua funzione religiosa e di piazza, con la sua valenza pubblica.
Il fronte principale della chiesa si rivelerà prospetticamente in maniera sequenziale man mano che si ridurrà la distanza visiva percorrendo la via Regina Sforza.
La trama della pavimentazione seguirà nelle direttrici e nel formato quanto già proposto su via Regina Sforza. Lungo via Carone (la strada della canonica), si interverrà sostituendo parzialmente la pavimentazione, tenuto conto che parte di quella rimossa sarà recuperata e riutilizzata nel completamento della porzione di pavimentazione lungo via Regina Sforza a seguito della demolizione del fabbricato. Via Carone invece, che si renderà completamente pedonale, sarà per gran parte ripavimentata con calcare locale. Come già accennato, l’intervento di demolizione comporterà la realizzazione di opere di consolidamento del corpo di fabbrica adiacente. Tali opere saranno realizzate con strutture portanti in acciaio e fodere di completamento in pietra locale. Saranno realizzati tre contrafforti lungo la parete laterale del caseggiato restante, intervallati da macchie di verde urbano. La finitura prevista sarà ad intonaco scialbato nelle tinte dei fabbricati adiacenti al fine di dare una certa continuità anche cromatica.
Lo spazio così generato sarà impreziosito e reso funzionale con il posizionamento di elementi di arredo urbano quali sedute, corpi illuminanti e dissuasori per scongiurare il transito carrabile.
Per la pubblica illuminazione si è previsto l’impiego di armature a LED ad alta efficienza energetica. Per la valorizzazione della facciata principale della Chiesa Matrice si sono scelti fari proiettori a LED di bassa potenza, dimmerabili per ridurre i consumi nelle ore notturne.
Per la realizzazione degli interventi di consolidamento saranno impiegate geomalte a base di calce naturale, mentre per gli intonaci esterni si è previsto l’impiego di una bio-malta fibrorinforzata a base di calce idraulica naturale; l’intervento è caratterizzato da un rilevante impiego di materia per il riempimento degli attuali vani interrati al fine di realizzare la futura piazza. Il progetto prevede l’esecuzione del riempimento per gran parte mediante recupero del materiale proveniente dalle demolizioni (tufi, rinfianchi volte, sacco murature e macerie esenti da rifiuti).

Di questo intervento se ne parla dai tempi dell’Unità d’Italia.
Da allora, non ci è stata amministrazione che non ne abbia scritto e parlato nelle campagne elettorali.
I lavori partiranno lunedì 1 aprile. E questa volta, non è affatto uno scherzo!