È stato un esperimento ben riuscito quello di Teatro nel Borgo. Può essere l’inizio di una nuova rassegna capursese che segue le ormai ben note e consolidate Multiculturita Jazz Festival, la Rassegna del Teatro Amatoriale e le più giovani Capurso in Cabaret e Ciakiamoci a Capurso.
Il centro storico per due serate di fine estate, ha subodorato profumo di fresca cultura. Un profumo che ha spazzato via per qualche ora, quella insopportabile puzza di polemica a tutti i costi che da qualche tempo lo caratterizza. Lo ha fatto con i versi di Dante e con le parole di Shakespeare. Forse è vero, l’unico antidoto a quella insopportabile puzza è la cultura vista nella parte più ampia del suo significato: tradizioni, folclore, innovazione, sport. La cultura porta gente a vivere il vecchio cuore pulsante del paese. Lo vediamo con La Fanoje, con i Mercatini di Natale, con le Olimpiadi Capursesi, con il Jazz, con le iniziative delle scuole. In questi particolari momenti, sono centinaia le persone che si affacciano al quartiere (come dice qualcuno) “fantasma”. Un pesiero personale: il centro storico non tornerà mai ad essere cuore commerciale di Capurso, chi tenta in tutti i modi di farlo credere ai malcapitati esercenti mente! È gente alla continua ricerca di voti e di consenso. Non è bello prendere in giro i cittadini. Tuttavia gli eventi culturali associati alle giuste strategie di marketing (cosa su cui il Comune sta lavorando da tempo), possono dare vita ad un nuovo modo di vivere il commercio nel centro storico. È più facile farlo che dirlo. Ma serve un immediato e drastico cambio di mentalità.
Penso che l’anno prossimo, se continuerò ad essere io il promotore di Capurso Cultura, sposterò il baricentro del cartellone estivo in Piazza Gramsci, Via Pappacoda, Via Regina Sforza, Piazza Sant’Antonio, Via Filomarino e forse Piazza Umberto I. Ho una gran bella idea in mente (a dire il vero ce l’ho da qualche anno), ma non ho mai avuto il coraggio di attuarla o meglio ancora, l’ho attuata solo in parte. Forse è arrivato il momento di affondare il colpo. Manzoni disse: Ai posteri l’ardua sentenza… AL LAVORO!