Era un rudere. Una palazzina abbandonata chissà da quanto tempo, gli anni glieli si leggevano dall’intonaco ammalorato delle pareti, dai pavimenti che “galleggiavano” su un massetto fatto di terriccio e pietre, dalle persiane ormai appoggiate sulle pareti dell’imponente facciata. Quando nel 2009 la signora Addante e il signor Santorsola mi hanno contattato, non credevo alle mie orecchie. Ristrutturare la Palazzina al civico 48 di Via Madonna del Pozzo, mi è sembrata oltre che una buona possibilità di profitto, una sfida da non poter assolutamente perdere. Sfidare anni di abbandono, sfidare un redigendo Piano di Recupero del Centro Storico ed attenersi a determinate ferree regole, nel pieno soddisfacimento dei gusti e delle richieste di un committente attento e severo. Ho avviato i lavori nel 2011, li ho sospesi per un arco di tempo di sei mesi e li ho poi ripresi sino ad arrivare alla consegna del cantiere, tra un mese circa. Da quel “rudere”, hanno ripreso a vivere ben 4 mini appartamenti tra i 50 e gli 80 metri quadri; due locali commerciali a piano terra; due cantine lasciate così com’erano per non intaccare la loro bellezza assoluta. I proprietari non sanno ancora se vendere o affittare l’immobile. Vivono a Maracaibo, in Venezuela e sono tremendamente legati a Capurso. Non venderanno mai. Quella palazzina è il loro orgoglio. Dodici marzo duemilatredici. Smontare il ponteggio metallico che per circa un mese ha tappezzato la facciata principale, è stata una grande soddisfazione. Il Palazzo è bellissimo. Imponetene, delicato, gentile. Un valore aggiunto per il nostro paese, esattamente al centro della via che collega la piazza a scacchi e la facciata da sogno della Basilica di Santa Maria. Le cose belle succedono anche in periodi neri come quello che stiamo attraversando, in particolare noi lavoratori edili. Le chiamerei Soddisfazioni in tempo di crisi!