Buonasera Capurso, Buonasera a tutti voi.

Stasera ho sentito un peso particolare.
Si governa bene un paese quando lo si ama come la propria casa, quando si rispetta ogni singolo cittadino come fosse un figlio, un fratello, una sorella, un genitore, una moglie, un marito, un amico, una persona amata.
E stasera mi sono sentito, fratello, amico e amato, di tutti voi, di tutta la nostra comunità.

Consegnare le chiavi della città al Santo Patrono significa consegnare a lui gli affetti, i desideri, le storie e le sofferenze di tutti i cittadini di Capurso.
E oggi tutta la nostra comunità, unita più che mai, ha affidato il proprio cuore al Santo Patrono San Giuseppe.
Stiamo vivendo un momento difficile della storia dell’umanità. Una pandemia arrivata all’improvviso, ci ha sconvolto la vita e ci ha messi davanti a una realtà che mai ci saremmo aspettati di vivere.
La pandemia ci ha spogliato di certezze frivole, che caratterizzavano la nostra società. Ha liberato molti di noi da un vissuto fatto di finta ricchezza e tanta povertà d’animo.

Ma quanta sofferenza!

Il pensiero non può che andare a chi in questi lunghi mesi ha sofferto a causa del Covid.
Le tante persone che si sono ammalate e che ancora oggi continuano a lottare per una ripresa fisica e psicologica che non è per niente facile;
Le tante persone che si sono viste sottratte del diritto al lavoro, per garantire una speranza di vita insieme alle loro famiglie;
Le tante famiglie che hanno perso una persona cara: un parente, un amico, un collega di lavoro.
Un pensiero va a chi non ce l’ha fatta. A tutti i malati che in questi mesi sono volati via senza un abbraccio, una stretta di mano, l’ultima lacrima condivisa con i suoi cari.

Quanta sofferenza, ma quanta speranza!

Chi di noi in quest’anno difficile, non ha pregato e sperato che San Giuseppe prendesse per mano i nostri cari defunti e dopo la carezza della Madonna del Pozzo, li accompagnasse diritti in cielo?
Quante volte in questi mesi il volto umile di San Giuseppe ci ha dato la forza di andare avanti nonostante tutto?
E quante volte abbiamo chiesto a San Giuseppe di prenderci per mano e proteggerci, e farci vivere con la speranza che tutto al più presto diventasse un lontano ricordo?
È successo a tutti noi. A chi crede, a chi crede a modo suo, a chi non ci credeva ma nel momento del bisogno ha sentito l’esigenza di affidarsi a lui.
San Giuseppe la sua mano non l’ha mai negata a nessuno di noi.

Ma adesso dobbiamo riprenderci la vita! E dobbiamo farlo con forza!

C’è un bagliore in fondo al tunnel, c’è tanta luce e noi ce la stiamo pian piano riprendendo. Sono stati mesi difficili.
Sono stato proclamato Sindaco il 7 ottobre dello scorso anno, poco più di 8 mesi fa, e in questo lungo periodo ho dedicato tutto me stesso alla voglia di uscire nel più breve tempo possibile da questo incubo.
Ho affrontato la pandemia a muso duro. Tante volte ho messo in pericolo anche la mia salute. Ma andava fatto. C’era bisogno che il Sindaco fosse in prima linea a disposizione di chi ne ha avuto bisogno.
Ma posso ritenermi un uomo fortunato. L’ho fatto insieme a gente straordinaria: i miei colleghi amministratori, le forze dell’ordine, i sacerdoti, i frati, le dirigenti scolastiche e gli insegnanti, i medici, i commercianti, i lavoratori, ma soprattutto i volontari.

Senza l’aiuto e il supporto dei volontari probabilmente staremmo qui a parlare di altro. Grazie ai tanti che spesso si sono messi in pericolo sottraendo sicurezze alla serenità famigliare.

Mi tornano in mente tante richieste a cui era difficile dare una risposta immediata.
E la risposta l’ho trovata in gruppi di persone straordinarie che fanno una cosa molto semplice ma tanto grande: “
donare se stessi agli altri”.
Grazie innanzitutto ai volontari dell’associazione
Civitas Mariae, da più di un anno giornalmente impegnati nella lotta al Coronavirus, oltre che nella lotta alla povertà. Grazie alle associazioni Avis e Poseidon.
Grazie ai volontari del
Servizio Civico Comunale che dallo scorso febbraio prestano servizio prevalentemente presso il nostro Centro Vaccini.
E a proposito di Centro vaccini, voglio ringraziare tutti i medici e gli infermieri che dallo scorso febbraio lavorano 7 giorni su 7, dalle 8 di mattina alle 8 di sera, con il solo scopo di donarci libertà e la salute.

Prima di concludere sento il dovere di leggere parte di una lettera che mi ha inviato un cittadino capursese. La leggo perchè tutti dobbiamo sapere che Capurso è il paese dell’inclusione, è il paese della seconda chance, è il paese del reinserimento.

Egregio Michele, scusa se ti chiamo per nome e ti do del tu, ma mi hai autorizzato tu, perchè sei un Sindaco umile e amico di tutti noi capursesi. Sono Giuseppe (nome di fantasia, per questioni di privacy) e ti scrivo dal carcere. Il motivo per cui scrivo questa lettera è che voglio chiedere scusa alla comunità capursese. Voglio chiedere scusa perchè in passato ho venduto droga per le strade, per aver rovinato me stesso e altri giovani. Ma ho pagato e sto pagando il mio debito. Perchè mi rivolgo a te Michele? Perchè sei l’unico che può completare il mio sogno. Ho passato brutti giorni. Sono ancora in vita grazie al percorso fatto con i volontari, una in particolare. E non voglio assolutamente deluderli. Dopo il percorso di reinserimento e conversione che sto completando, vorrei che tu Michele, mantenessi la promessa che quando avrò finito il percorso intramurario, mi aiutassi a trovare un degno lavoro o prendermi in affidamento con voi tutti. Voglio essere utile al mio paese. Voglio coronare il mio sogno di avviare una comunità di recupero per giovani, come educatore. Sto iniziando da qui ad aiutare il prossimo. Ho chiesto di inserirmi in una sezione di persone anziane e problematiche. Michele io non sto fingendo, aiutatemi ad integrarmi e non vi deluderò. Ti saluto carissimo amato sindaco della nostra Capurso”.

Adesso sento di fare una promessa ai capursesi:
insieme alla mia straordinaria squadra continueremo a essere vicini a ognuno di voi e lavoreremo sodo per donare alla nostra Capurso un futuro degno della vostra fiducia e degno degli ultimi, degli invisibili, degno di tutti i bambini, i giovani e gli anziani che qui hanno deciso di crescere, lavorare, amare e sognare.

Caro San Giuseppe, prendici per mano stringici a te, indicaci la strada giusta, insegnaci a voler bene a prescindere, guidaci a vivere la vita con responsabilità, tanta umiltà e, non guasta mai, tanta allegria. Ne abbiamo davvero bisogno!

Viva San Giuseppe, Viva tutti noi,
Viva Capurso!

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