Risale solo a qualche giorno fa l’uscita di un articolo, su una testata giornalistica online, che in maniera molto entusiasmante, manda in giro giovani aspiranti giornalisti alla ricerca di veri e propri scoop attrattori di Like. Mi ha ricordato quando, tanto tempo fa, anche io e gli amici della mia associazione facevamo la stessa cosa per un giornale locale. Peccato, però, che forse a questi giovani pubblicisti del futuro, non siano state insegnate prima le basilari regole del giornalismo, che noi invece ci impegnammo a imparare, prima di scrivere qualcosa che somigliasse, anche solo lontanamente al buon giornalismo. Peccato che forse non abbiano spiegato loro che per essere credibili serve verificare le informazioni e che, le opinioni sono altra cosa rispetto ai fatti, che i fatti devono essere sempre supportati dal coraggio di far emergere il nome e il cognome di chi li pronuncia, altrimenti di anonimi cittadini che dicano tutto e il contrario di tutto, ne troverei a iosa pure io. L’esperienza di quei bei tempi mi ha insegnato che il coraggio di assumersi delle responsabilità per ciò che si dice, incute timore anche al più ardito e logorroico degli “anonimi”. Non voglio soffermarmi, poi, sugli errori relativi ai fatti storici di Capurso o al suo patrimonio artistico. Probabilmente sarebbe chiedere troppo che si leggano con attenzione le fonti o si entri in una chiesa e si chieda di che materiale sia fatta la colonna, che di marmoreo in verità non ha nulla, colpa degli stucchi che spesso confondono.
No. Non mi sono svegliato di cattivo umore, nè con la avversione verso i giovani, che restano la mia fonte inesauribile di entusiasmo, semplicemente, da capursese, da cittadino da sempre impegnato per la crescita culturale di questo paese e da amministratore, non accetto che qualcuno si permetta di scrivere falsità e di dipingere la nostra, come una realtà dormiente e di periferia. Non spreco altre parole per esprime il mio dissenso contro il pressapochismo e la superficialità (mali dei nostri tempi!) e fonte di tanta disinformazione. I capursesi sanno.
Sanno cosa le associazioni fanno per il bene della nostra comunità.
Sanno che a Capurso ci sono ottimi locali serali, dove poter mangiare cibo di qualità, frutto dello spirito di imprenditori coraggiosi, innovativi, orgoglio di una comunità.
Sanno che ci sono, non una, ma due librerie con personale preparato e sanno pure che a Capurso c’è una biblioteca splendida con oltre 7 mila volumi disponibili.
Sanno che la sensazione di malcontento, è propria, di persone che alla vita sociale non partecipano, forse hanno altri interessi culturali, vanno rispettati anche loro ed è sempre aperto l’invito a prendere parte alle tante iniziative. Sanno che il ‘Cammino’ del Piscino è un luogo di rispetto che volutamente non è stato “arredato” con giostrine e altri oggetti di intrattenimento, poiché frequentato da migliaia di fedeli che ogni anno percorrono in preghiera quei luoghi.
Sanno che l’amministrazione ha appena candidato un importante intervento di riqualificazione del centro storico a un bando regionale e che, presto, riporterà a splendere la vecchia piazza del castello, che riversa in quello stato da sempre.
Sanno che questa amministrazione, da 7 anni, è in prima linea per intercettare finanziamenti che permettano il recupero di importanti aree urbane utilizzando fondi regionali, nazionali ed europei.
Sanno che cosa era e che cos’è oggi la villa comunale, largo Piscino e alcune aree verdi della 167.
Immagino provino tenerezza per una aspirante giornalista che non ha fatto altro che scambiare “chiacchiere” con i passanti, in effetti le definisce così: chiacchiere, solo chiacchiere, le notizie sono altra cosa e sono ben lontane da quanto si è provato a riportare. Per chiudere, a noi capursesi, non è mai venuto in mente di “sfruttare” la Madonna del Pozzo e Checco Zalone. Perché la parola “sfruttare” non fa parte del nostro vocabolario di gente perbene. I capursesi “investono” per offrire i migliori servizi possibili ai turisti della fede e della cultura e “rispettano” la privacy del loro cittadino più famoso, preservandolo da giornalisti in erba, in cerca di discutibili scoop. È partita da qualche ora la programmazione autunnale di Capurso Cultura. Date spazio alle notizie e non alle chiacchiere.
Che qualche entità superiore salvi il buon giornalismo!