enjoreNicola Taranto (il mio fratellino), “Capursese dell’anno 2014”. Non ancora trentenne. Capursese DOC. Ideatore e fondatore di Enjore, un’applicazione che permette di vivere competizioni sportive e di videogame. In 2 anni ha clienti in mezzo mondo: Stati Uniti, America Latina, Spagna, Inghilterra, Bulgaria, India, Australia. è stata la piattaforma ufficiale della Rugby League Commonwealth Championships, un evento al quale hanno partecipato le nazionali di Inghilterra, Australia, Canada, Jamaica, Galles, Scozia, Papua Nuova Guinea e Sud Africa, con migliaia di visitatori da tutto il mondo. Nell’ultimo anno oltre 2.000 tornei sono stati organizzati su Enjore coinvolgendo mezzo milione di persone. Ma ancora più importante, a mio modesto parere è la ricaduta lavorativa di Enjore sul territorio. Ci lavorano 6 persone. Regolarmente assunte. Brillanti e con altissime aspirazioni. Enjore è un esempio per i giovani. Detto in due parole rappresenta “il coraggio” di inventare qualcosa per abbattere il muro della crisi senza aspettare il miracolo o la raccomandazione dell’amico di turno e “l’arrampicata” ad ogni costo, sostenendo enormi sacrifici fisici, affettivi ed economici.
“Il coraggio e l’arrampicata” è stato il fil rouge di questa edizione del “Capursese dell’anno”. Preso in prestito dal titolo di copertina del giornale comunale Comunicare diretto da Vito Prigigallo, rispondeva alle nostre esigenze. In questo particolare momento storico, bisognava premiare l’impegno e il coraggio dei giovani. Di quelli che non perdono tempo a piangersi addosso ma riescono ad inventarsi un lavoro partendo da quello che sanno fare: smanettare il pc, cantare, suonare, fotografare o semplicemente ad ogni costo lavorare. I cinque ragazzi saliti sul palco di piazza Libertà sono la dimostrazione che nonostante tutto, facendo sacrifici, cavalcando la passione e la forza di volontà, sfruttando il talento che ognuno di noi ha stampato nel proprio DNA, studiando e soprattutto CREDENDO nelle proprie qualità, la crisi si può abbattere, un lavoro ce lo si può inventare e guadagnare. Così come nello stesso modo e con gli stessi ingredienti, si può guadagnare la stima della gente.
Giuseppe Tangorra, secondo classificato secondo i voti della piazza e del web,  ha scritto una frase bellissima su facebook in questi giorni: “Meno, molto meno di un anno fa, se facevi il mio nome nel mio paese la risposta sarebbe stata “e chi è?” …. Ultimamente invece ci sono persone che mi fermano ringraziandomi per le emozioni che le mie foto fanno provare, c’è chi rimpiange di non avermi conosciuto prima per avere la possibilità di avere me come fotografo per il loro giorno più importante… C’è chi mi ferma solamente perchè ora mi riconosce….. Bene… Voi non immaginate che VITTORIA è per me tutto questo.” Giuseppe, ha fatto della fotografia, sua grande passione, un lavoro. Grazie alla fotografia e al suo talento, offre momenti di “piacere emozionale” a tutto il paese, organizzando mostre o semplicemente postando sui social network i suoi scatti. Giuseppe per quanto mi riguarda, è una delle scoperte più belle di questo quinquennio di assessorato. “Recuperare” un trentenne capursese, che di Capurso conosceva solo la Madonna del Pozzo, la chiesa della Madonna del Pozzo e via Madonna del Pozzo, e aver contribuito a fare di lui un rispettatissimo e stimatissimo personaggio pubblico, è davvero una grande soddisfazione!
Carmen De Benedictis e Antonio Cicerone, hanno in comune la passione per la musica. La prima canta per “passione e per lavoro” in duo con il suo progetto Jazzed, studia, fa la zia e soprattutto non si monta la testa nonostante l’enorme talento e la presenza del suo brano “Non andare via” su Hit Mania Dance Estate. Il secondo, anche lui mio grande amico, è un grande professionista, una delle più alte personalità del mondo della banda capursese e non solo. Diplomato al conservatorio, insegna ma soprattutto suona. Suona dappertutto e alla grande. E ovviamente come prima tromba.
I fratelli D’Alessio non li conosco di persona, loro hanno messo in campo una forza diversa. Lasciato il paese natio, si sono trasferiti a Milano con nel bagaglio un pezzetto di Puglia. Producono “Panzerotti” utilizzando ingredienti pugliesi. Lo fanno su una delle strade più importanti della metropoli, e stanno riscuotendo un grandissimo successo. E se permettete non è da tutti.
Penso sia stata una delle più belle edizioni del “Premio Capursese dell’anno”. Mi giungono voci di qualcuno che si chiede cosa hanno realmente fatto per la società questi ragazzi. La mia risposta a questa gente, è un invito a guardarsi dentro e rendersi conto di tutto quello che non ha fatto per far crescere il nostro paese e questa società! Prima di giudicare gli altri, impariamo a giudicare noi stessi.
Bravi ragazzi, avanti così. Avete vinto tutti e soprattutto, grazie a voi, ha vinto Capurso!