IMG_2674Stamattina ho sfogliato il magazine Puglia Artigiana, organo di informazione della Confartigianato. Leggo un titolone a tre colonne che dice “Con incentivi fiscali per ristrutturazioni, 13.700 nuovi occupati in edilizia“. Penso: “cacchio allora sono io che non funziono…dov’è tutto questo lavoro nel campo delle ristrutturazioni?” Inizio a leggere l’articolo, dice: “13.700 nuovi posti di lavoro nel settore costruzioni: sarà questo uno dei principali effetti degli incentivi per le ristrutturazioni edili e il risparmio energetico, varati a giugno dal governo. Una boccata d’ossigeno per il comparto maggiormente colpito dalla crisi e che nell’ultimo anno ha perso 122.000 occupati.” Confartigianato, prevede che entro i prossimi 12 mesi saranno oltre due milioni gli italiani che decideranno di ristrutturare casa, circa il 22% in più rispetto allo scorso anno. Di mio, so soltanto che lo scorso anno a settembre sapevo di avere lavoro per una decina di mesi, oggi ho lavoro certo al massimo fino a Natale.  C’è qualcosa che non quadra. Giro per Bari (vero termometro della situazione) alla ricerca di cantieri. Rispetto al passato noto poche impalcature montate, pochi cantieri per ristrutturazione interna (si notano dall’assenza di rumori e di camion per lo scarico dei materiali di risulta), pochi automezzi professionali in giro per la città. Faccio qualche telefonata ad amici architetti e amministratori di condominio. Gli architetti lavorano ormai solo e soltanto per predisporre bandi pubblici inseguendo una “speranza” di lavoro dopo anni e anni di studio, gli amministratori invece, sono tutti orientati ad abbandonare i condomini (i problemi sono sempre più seri con la gente che non paga le bollette). Tutta questa positività è roba da libro dei sogni. Ma a che serve? A che serve vendere positività quando chi deve prendere le decisioni ai piani alti dei palazzi, decide solo e soltanto nei propri interessi, o addirittura non decide proprio? La stampa dovrebbe fare il proprio dovere analizzando e rispettando la situazione reale e tragica dei lavoratori artigiani (e non solo). Non serve dire sciocchezze e inventarsi stime. Le stime non si mangiano!
Dal 2009 ad oggi, sono circa 400.000 le unità lavorative perse nel campo dell’edilizia. Attenzione, questo senza considerare il nero. I numeri aumenterebbero del 100%! Nel 2012 hanno chiuso circa 55.000 aziende artigiane. A fine 2013 faremo i conti con numeri molto più allarmanti. Se le cose non cambiano, la chiusura è l’unica strada che gli imprenditori artigiani avranno la possibilità di percorrere di qui a poco.  Buona fortuna a tutti noi, con stima!