Sembra essere uno dei punti deboli dell’attività culturale nella nostra comunità. Non si riesce a tramandare una così bella tradizione alle nuove generazioni. Ma la domanda è: siamo proprio sicuri di questo? Negli anni passati, l’amministrazione ha dato input ai Commandatori dei Balli di Carnevale di costituire un’associazione culturale che puntasse alla valorizzazione dei Balli. È nata Ursinella, e con l’ottimo lavoro di alcuni Commandatori, le cose per qualche anno sono andate abbastanza bene. Negli anni tra il 2011 e il 2014, quattro Balli tenevano viva la tradizione, garantendo anche la rinata sfilata domenicale delle maschere. Nel 2015 i Balli furono addirittura cinque. Un successo! Ma niente rispetto agli anni ’90. Il motivo? La società “per fortuna” si è evoluta. Oggi risulta difficile portare i giovani al Ballo di Carnevale. I ragazzi di oggi hanno la possibilità di uscire con gli amici tutti i giorni, di raggiungere più facilmente la vicina città. Amano altri generi musicali. Sono legati alle App, ai giochi sul Web. Fanno altro. Noi, generazione 40, l’ultima generazione che ha frequentato i Balli, all’epoca avevamo solo quello, e partecipavamo in massa. È una tradizione che sarà difficile recuperare. Se non, trasformandola con decisione. Si può lavorare. Ma c’è davvero tanto da fare. Serve l’aiuto di tutti. Tradizionalisti e innovatori. Innovare nel rispetto della tradizione. È questa la strada.
Intanto, buon Ballo di Carnevale a chi continua a crederci e a rispettare le regole della nostra bella tradizione.
La foto è degli anni ’90. Ballo Piedigrotta. Il tipo con la giacca verde sono io 😉
È stato il mio penultimo Ballo di Carnevale. In precedenza avevo organizzato Rock around the clock e British Pub. La mia ultima partecipazione risale al Ballo Batucada. Bellissimi ricordi!