Il mio discorso del 25 aprile …
Cari concittadini,
Oggi ci ritroviamo qui per commemorare il 25 aprile, una data che rappresenta un faro di speranza e libertà nella storia del nostro Paese. È un giorno in cui riflettiamo sulle conquiste della nostra democrazia e rinnoviamo il nostro impegno nel difenderla contro ogni forma di dittatura e oppressione.
Vorrei iniziare il mio discorso focalizzando l’attenzione su 10 cose che oggi diamo per scontate, ma che nel ventennio fascista erano negate alla nostra società. Elementi che rappresentano la nostra quotidianità, e che coinvolgono tutti noi, uomini, donne, bambini e bambine, ma che allora erano considerate pericolose e scomode.
Ai bambini del ventennio fascista era negato il diritto di esprimere liberamente la propria creatività. Non potevano leggere e scrivere storie che raccontassero le loro fantasie, o dipingere quadri che esprimessero i loro sentimenti più profondi.
I bambini non potevano giocare liberamente nei parchi e per le strade, perché lo spazio pubblico era controllato e regolamentato per promuovere un’unica visione autoritaria della società. Non potevano partecipare a giochi e sport senza il timore di essere discriminati per il loro colore della pelle, la loro religione o il loro background sociale.
I bambini non potevano frequentare scuole aperte e inclusive. Non potevano godere dei piaceri semplici dell’infanzia, come andare al cinema, ascoltare musica diversa, o esplorare nuovi interessi e passioni se non strettamente legati alla propaganda fascista.
Oggi noi tutti, grandi e piccini, possiamo esprimere le nostre opinioni senza timore di repressione o censura. Possiamo manifestare, criticare, discutere apertamente. Un privilegio grande che dobbiamo tenerci stretto!
Oggi possiamo unirci liberamente per difendere i nostri diritti, possiamo fare squadra per promuovere la nostra idea di cultura e bellezza.
Oggi possiamo praticare la nostra religione o scegliere di non praticarne alcuna senza temere persecuzioni o discriminazioni.
Oggi le donne hanno raggiunto traguardi significativi in termini di parità di genere, hanno conquistato il diritto al voto. Una grande vittoria per la società ma non basta. Dobbiamo ancora lavorare per eliminare disparità e discriminazioni continue in un mondo che puzza ancora di patriarcato.
Oggi abbiamo un sistema giudiziario indipendente che cerca di garantire che ogni individuo sia trattato in modo equo e che la legge sia uguale per tutti.
Oggi possiamo amare chi vogliamo e essere chi siamo senza dover nascondere la nostra vera natura per paura di persecuzioni. La libertà di essere se stessi, è un diritto fondamentale che, sebbene talvolta vacilli, deve essere garantito a ogni cittadino e cittadina.
E poi … la libertà di stampa. Oggi abbiamo accesso a una grande varietà di fonti di informazione e possiamo fare affidamento su una stampa libera e indipendente per tenere il potere sotto controllo e garantire la trasparenza.
Anzi no. Una sbavatura ultimamente ha macchiato la vita democratica del nostro paese. La scorsa settimana abbiamo assistito a un episodio che ha scosso le fondamenta della nostra libertà di espressione. La Rai, un ente pubblico che dovrebbe essere il custode della pluralità di opinioni e della libertà culturale, ha deciso di censurare un monologo sul 25 aprile dello scrittore Antonio Scurati.
Questo è il segno inquietante di un ritorno a pratiche che ricordano il ventennio fascista, un ritorno che non possiamo ignorare né giustificare. Ma che possiamo risolvere.
Non possiamo permetterci di dare nulla per scontato. Oggi più che mai, siamo testimoni di un ritorno insidioso di ideologie e pratiche che ricordano i tempi bui del passato.
Dobbiamo rimanere vigili e combattere strenuamente contro ogni forma di tirannia, razzismo, e discriminazione. Dobbiamo ribadire con forza che la democrazia e la libertà non sono mai garantite per sempre, ma dipendono dall’impegno e dalla partecipazione di ciascuno di noi.
E oggi, più che mai, la nostra arma più potente è una matita, il simbolo della democrazia e del diritto di voto. Dobbiamo difendere questo diritto prezioso, usarlo con saggezza e responsabilità per garantire che le voci di tutti siano ascoltate e che il nostro paese continui sulla strada della libertà e della giustizia per tutti.
Il 25 aprile è un giorno per ricordare il passato, ma anche per guardare al futuro con speranza e determinazione. Insieme, possiamo costruire un mondo migliore, un mondo in cui ogni bambino possa crescere in libertà, sicurezza e dignità.
In conclusione, voglio ricordarvi che la lotta per la libertà e la democrazia non è mai finita. È un impegno continuo che richiede la partecipazione di ciascuno di noi. Possiamo onorare il sacrificio di coloro che hanno combattuto per la nostra libertà solo mantenendo viva la loro memoria e lavorando instancabilmente per un futuro migliore per tutti.
Di un film bellissimo che ho visto qualche giorno fa il titolo mi ha molto colpito: “c’è ancora domani”. Un’affermazione che porta con sé una speranza e una promessa di possibilità; che incoraggia a guardare al futuro con ottimismo e a credere che ci siano sempre nuove opportunità per cambiare e migliorare le cose. Ma bisogna sempre ricordare che c’è la storia, che ci aiuta a scegliere di non commettere gli stessi errori.
Grazie a tutti voi presenti, con un ringraziamento particolare ai ragazzi e alle ragazze del Consiglio Comunale dei Giovani che, con il loro esordio nella prima manifestazione ufficiale, portano freschezza e vitalità alla nostra comunità.
Esprimo gratitudine a coloro che credono fermamente nei valori della nostra Costituzione Antifascista, a chi si è battuto e continua a battersi per la Libertà. Che siano uomini e donne ricordati nei libri di storia o figure come il nostro Giacomo Prigigallo, il Partigiano Barba, “eroi senza medaglie, combattenti che hanno scelto di rimanere nell’ombra”.
Viva l’Italia Antifascista. Viva Capurso.
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