“La storia siamo noi, nessuno si senta escluso”. Lo scrive Francesco De Gregori in una delle più belle canzoni della musica italiana. Siamo noi, le donne e gli uomini italiani al centro della nostra storia. E in questi 76 anni abbiamo fatto la storia, scoprendo il senso vero di parole come libertà, dignità, uguaglianza, solidarietà, amicizia, amore, unione. Tutti termini che portano a una parola grande quanto il mondo e che tutti i governatori del mondo dovrebbero perseguire utilizzando ogni mezzo possibile: PACE!
La pace è uno stato d’animo che sarebbe rimasto a tutti noi sconosciuto, schiacciato dalla guerra, dalla fame e dalla distruzione che il mondo intero fino al quel 2 giugno 1946 era riuscito a produrre.
Ma abbiamo imparato poco dalla storia, c’è qualcuno che prova piacere a combattere guerre in tutto il mondo. Stiamo vivendo da vicino la vicenda ucraina, raccontata anche dalle nostre amiche scappate dall’inferno dell’aggressione e oggi ospiti della comunità capursese.
Ma non c’è solo l’Ucraina. Oggi si contano 59 guerre in giro per il mondo. Si continuano a uccidere e portare alla fame milioni di persone. È una guerra quella che il Messico combatte dal 2006 contro i cartelli della droga e in cui dall’inizio dell’anno sono morte più di 1.300 persone. O quella in Nigeria dal 2009 e in cui nel 2022 sono morte 1.400 persone. Ovviamente sono guerre quella in Siria (più di 1.000 morti nel 2022), in Iraq (300 morti solo quest’anno), nello Yemen (5.000 morti sempre nel 2022), nella regione del Tigrai, in Etiopia. Si può definire guerra quella che devasta la Birmania, dove dall’inizio dell’anno ci sono state 3.900 vittime. L’Afghanistan è in guerra dagli anni settanta, con milioni di vittime, e negli ultimi mesi ha visto crescere il numero di rifugiati, sarebbero decine di migliaia, mentre la carestia minaccia cinque milioni di bambini. Ci sono le guerre “a bassa intensità”, come il conflitto tra Pakistan e India per la regione del Kashmir (575 vittime nel 2021 e più di 30 dall’inizio dell’anno) o quello in Sudan (1.364 morti nel 2021, oltre 100 nel 2022). E ancora: Repubblica Democratica del Congo, Somalia, Mozambico, Israele, Palestina. Che vergogna!
A tutti i cittadini del mondo che non hanno la possibilità di vivere la straordinaria sensazione della PACE, auguro di vivere l’emozione del referendum che gli italiani e le italiane hanno vissuto in quel 2 giugno 1946 scegliendo la PACE e non la GUERRA. La DEMOCRAZIA e non la MONARCHIA E IL FASCISMO.
Il 2 giugno 1946 fu il giorno in cui 28 milioni di italiani furono chiamati a votare dopo la fine della guerra e del regime fascista. A Capurso votarono in 3152, a con una affluenza pari al 94,70%. 2051 capursesi votarono per la Monarchia, 825 per la Repubblica.
Il 18 giugno fu annunciata la vittoria della repubblica grazie ai due milioni di voti in più che decretarono la fine della monarchia sabauda, con conseguente esilio del re Umberto II e della famiglia reale. Nello stesso appuntamento elettorale, gli italiani votarono anche per eleggere i membri dell’Assemblea costituente: la Democrazia cristiana ottenne la maggioranza relativa con 207 deputati sui 556 totali, seguiti dai socialisti e dai comunisti. Era il preludio della prima repubblica. Il referendum costituì la prima votazione a suffragio universale: le donne si recarono ai seggi elettorali per la prima volta nella storia italiana, grazie al decreto n.74 del 10 marzo 1946, in occasione delle prime elezioni amministrative postbelliche: venne allora stabilito che “sono elettori tutti i cittadini italiani che abbiano raggiunto la maggiore età entro il 31 dicembre 1945”, tutti, quindi anche le donne, che potevano inoltre essere elette. In quell’occasione sei donne vennero elette sindaco.
Questo auguro ai cittadini e alle cittadine del mondo, di vivere un 2 giugno di cambiamento. Di vivere un 2 giugno tale e quale a quello che stiamo vivendo noi oggi, in un parco vissuto da bambini e bambine gioiosi e festanti, nonni e nonne che si godono l’ombra di un albero, di famiglie che condividono il loro tempo libero e la loro vita serena. Tra mille difficoltà, sì. Chi non le vive?! Ma con la serenità di non doversi riparare da bombe, proiettili e cattoveria di un “nemico” in un mondo che dovrebbe vivere nel nome della Pace, Rispetto e Amicizia.
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