È un anno particolare questo. È l’anno in cui capirò se nel 2010 ho fatto la scelta giusta. In questi anni, ho permesso ad alcune amicizie di “mettermi da parte” a favore della voglia di far cambiare qualcosa nel mio paese, ho chiuso in cantina l’hobby della musica “suonata” per il poco tempo libero che certi impegni mi hanno lasciato a disposizione, ho imparato a pensare meno a me stesso a favore di un pensare “collettivo”.
Poi mi sveglio la mattina del 2 gennaio, a distanza di quattro difficili anni e penso: ma è servito? Sono combattuto!
Sono una persona di parola, e delle tante parole dette in questi quattro anni, qualcosa manca ancora all’appello, anche se (e mi sento in diritto di dirlo) nel mio paese effettivamente qualcosa di diverso c’è! Ma non sono appagato. Ci sono degli impegni, forti, urgenti, necessari che devo portare a casa in questo ultimo anno. Ho una sfortuna/fortuna: ho intrapreso questo “impegno” nel momento sbagliato ma con le persone giuste. Ottimi compagni di viaggio che probabilmente in questo stesso istante sono combattuti come, quanto e più di me. È questo che mi da la forza di credere che altre soddisfazioni “collettive” non mancheranno. In questo 2014, porteremo a casa risultati che entreranno nella storia del nostro paese. Sarà l’anno della raccolta! Altrimenti, (almeno) ci ho provato.