Manduria: 14 ragazzi, 12 dei quali minorenni, si “divertono” a violare la serenità di un pensionato sessantaseinne, con pugni, calci, bastonate, offese e maltrattamenti di ogni genere, fuori e dentro l’intimità domestica dell’uomo, perché annoiati della vita che la cittadina in provincia di Taranto, offre ai giovani (questo dice la mamma di uno dei ragazzi). La storia, che tutti a Manduria conoscevano, perché certe cose si vedono(!) e non c’è alibi che tenga, si è chiusa con la morte di quel poverino.
L’uomo, per mesi, è stato vittima di una baby gang. I ragazzi sono indagati della Procura ordinaria e della Procura per i minori di Taranto. L’accusa è di omicidio preterintenzionale, stalking e rapina.
Gli indagati, secondo gli inquirenti, durante gli assalti nell’abitazione dell’uomo e per strada si sarebbero ripresi con i telefonini mentre sottoponevano la vittima alle violenze, per poi diffondere i video nelle chat di Whatsapp.
Il procuratore capo di Taranto al Tg1, afferma che l’uomo, sarebbe ancora tra noi, se tutti quelli che sapevano, avessero informato gli organi di polizia molto tempo prima”.
Questa storia fa molto male. È la categoria di ragazzini che prima distrugge i bagni e le giostrine del parco e della villa comunale, poi aggredisce i coetanei per strada, e continua insultando i pensionati e aggredendo i più deboli. L’escalation è drammatica e può portare a problemi irrecuperabili per chi aggredisce e soprattutto per chi, le violenze, le subisce.
È successo a Manduria, ma può accadere ovunque. Di cretini in giro ce ne sono tanti e vanno bloccati con ogni mezzo. Le telecamere di videosorveglianza non bastano. Denunciamo senza avere paura. Facendo nomi e cognomi, coinvolgendo Carabinieri e Polizia Locale. Non c’è nessun rischio per chi denuncia, solo la possibilità di aver salvato delle vite umane. Perché un’altra storia come quella di Antonio Stano, sarebbe l’ennesima grande sconfitta di una società che cerca i colpevoli sui barconi, mentre i colpevoli veri siamo noi. Tutti!