Io la ricordo bene la sera del 18 marzo 2020. Ero davanti al mio pc stavo sistemando la locandina dell’elenco dei commercianti capursesi che offrivano il servizio a domicilio, lo facevo quasi tutte le sere.

Tra una modifica e l’altra scorrevo le notizie di facebook, i video dai balconi, le foto dei bambini che coloravano striscioni con la scritta “andrà tutto bene” e poi, dal profilo di Repubblica, quell’immagine: Bergamo. I camion dell’esercito. In un primo momento pensai all’arrivo dei militari in città per bloccare gli assembramenti o cose del genere. Invece no. Quei camion trasportavano bare. Il cimitero della città non aveva più loculi. Non c’erano più posti e le salme venivano trasferite in altri cimiteri.

Come me, milioni di italiani, quella sera del 18 marzo, capirono che con il Coronavirus non c’era da stare tranquilli. Quella immagine, mai vista nemmeno nel peggiore dei film di fantascienza è entrata nella nostra mente e probabilmente non ci uscirà più.

Una decina di giorni fa, era mezzogiorno, mi arriva su whatsapp una foto che, così come l’immagine di quei camion, probabilmente non dimenticherò mai. Un primo piano della mano di San Giuseppe che accoglie la manina del piccolo Gesù. Me l’ha inviata don Tonio, ed è un particolare straordinario della nostra statua a cui non avevo mai prestato attenzione. In quel momento mi è stata molto di aiuto. In questi giorni non è facile fare il Sindaco. Ma penso che la nostra esistenza sia scritta in un grande libro e niente succede per caso. Da quella mattina, nei momenti difficili penso a quella foto.

C’è qualcuno che ci ha presi per mano e ci accompagnerà fuori da questa brutta pagina della storia dell’umanità e lo farà con l’aiuto dei volontari, degli scienziati, dei medici e degli infermieri, delle forze dell’ordine, dei bambini che stanno soffrendo tanto, dei malati, degli insegnanti, dei sacerdoti, dei sindaci, degli amministratori e di ogni singola persona che ha capito che dobbiamo rispettare le regole anti contagio e dobbiamo vaccinarci per il bene nostro, delle persone a cui vogliamo bene e di tutta la comunità.

A San Giuseppe patrono di Capurso e protettore delle famiglie farebbe proprio piacere. Ne sono certo. Io mi lascio prendere per mano. Vi prego, facciamolo tutti!

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